Errori comuni nell’uso delle stufe a pellet che aumentano i consumi energetici in casa

In molte abitazioni italiane la stufa a pellet rappresenta un elemento essenziale durante i mesi più freddi. Tuttavia, sebbene appaia come una soluzione semplice ed economica, dietro al suo utilizzo si celano diversi aspetti poco noti che possono incidere pesantemente sui costi energetici. Non è solo il tipo di pellet a influenzare la spesa: il consumo di energia elettrica dovuto a ventole, accensione automatica e sistemi di controllo elettronici gioca un ruolo significativo. Mentre l’attenzione è spesso focalizzata sul combustibile scelto, l’impatto del consumo elettrico resta un dettaglio trascurato, con ricadute importanti sulle bollette domestiche. Errori comuni nell’uso e nella manutenzione possono trasformare la stufa in un dispositivo meno economico e sostenibile di quanto molti pensano. Capire le cause di questi consumi e adottare abitudini più consapevoli diventa dunque fondamentale, soprattutto in regioni soggette a inverni rigidi e a un uso intenso del riscaldamento.

Gli errori comuni che aumentano i consumi energetici

Una pratica diffusa, ma poco conveniente, è mantenere la stufa a pellet sempre al massimo della potenza, in particolare durante la fase di accensione. Questo comportamento, che può essere automatico o dettato dall’abitudine, spesso non considera se sia davvero necessario riscaldare la stanza in modo intensivo. In molti casi, è sufficiente abbassare il livello di regolazione per assicurare un comfort adeguato. Restare con la potenza elevata più a lungo comporta un consumo maggiore non solo di pellet ma anche di energia elettrica, con ventole e alimentazione che lavorano al massimo, portando la richiesta elettrica a oscillare tra i 100 e i 120 watt.

Errori comuni nell'uso delle stufe a pellet che aumentano i consumi energetici in casa
Pellet per stufe a biomassa e fiamme divampanti. Dettagli sul consumo energetico complessivo. – familysticker.it

Chi abita in appartamenti privi di termostati programmabili conosce bene questa difficoltà nel calibrare correttamente la stufa, specialmente durante i mesi freddi. Inoltre, la programmazione degli orari di accensione e spegnimento è spesso trascurata. Molte persone lasciano la stufa accesa anche quando non sono in casa o durante la notte, senza considerare la possibilità di ridurre la temperatura senza compromettere il comfort. Questi sprechi emergono con maggiore evidenza nelle abitazioni prive di sistemi di controllo più sofisticati. Gestire con attenzione gli orari di funzionamento permette invece di sfruttare fasce con energia meno costosa e di ridurre i cicli di accensione e spegnimento, che sono tra i maggiori responsabili del consumo extra, sia elettrico che di pellet. Chi vive in città lo nota quotidianamente, soprattutto quando la bolletta si fa sentire.

Qualità del pellet e manutenzione: due pilastri per contenere i consumi

La scelta del pellet incide notevolmente sia sul rendimento della stufa che sui costi complessivi. Optare per un combustibile di scarsa qualità può sembrare conveniente inizialmente, ma porta a consumi maggiori e a problemi tecnici nel medio periodo. Il pellet economico produce più cenere e ha un valore calorifico inferiore, costringendo la stufa a lavorare di più per mantenere la temperatura desiderata. Questa condizione genera depositi e incrostazioni che peggiorano l’efficienza funzionale dell’impianto.

Un fattore spesso sottovalutato è l’umidità del pellet, che dovrebbe rimanere sotto il 10% per garantire buone prestazioni. Il combustibile conservato in ambienti umidi o esposto alle intemperie perde efficienza, aumentando i consumi e il rischio di malfunzionamenti. Parallelamente, la manutenzione regolare risulta indispensabile. Pulire il braciere almeno una volta alla settimana riduce i residui, mentre una verifica completa annuale permette di controllare guarnizioni, canna fumaria e scambiatore di calore. Questi passaggi sono essenziali per prevenire dispersioni termiche ed evitare che il sistema elettrico sia soggetto a un uso eccessivo, con conseguente aumento dei costi. Un controllo periodico aiuta a evitare spese impreviste e a mantenere l’impianto efficiente. Chi trascura questi aspetti si trova spesso a dover affrontare interventi costosi e bollette più elevate.